sabato 20 dicembre 2008
La chiave per il dibattito sui precari
Non riesco più a leggere le storie dei tanti operai cassintegrati. Le loro vicende sono così tragiche da essere emotivamente insostenibili, persino per chi legge (figuriamoci per loro). Ma certo fa pensare la riflessione di questo operaio di cui racconta Repubblica:
"Ho risposto all'annuncio di un'agenzia interinale. Mi offrivano uno stipendio dignitoso ma ho rifiutato perché era un lavoro precario. Per accettare avrei dovuto rinunciare al posto alla Bertone. Non posso permettermi il lusso di rimanere senza busta paga".
Come mai una persona che prende 600 euro al mese rifiuta un lavoro con più soldi ma precario? Semplice: la continuità e la sicurezza di un'entrata, pure misera, è indispensabile per affrontare psicologicamente e praticamente la vita.
Basta solo questa frase a spezzare le gambe ad ogni discussione ideologica sulla precarietà.
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