lunedì 25 febbraio 2008
senza titolo
Una persona a me cara, sola, lontana e disperata, nella notte di sabato e domenica si è tolta la vita. Ma nessun Movimento per la Vita si è speso per lei.
domenica 10 febbraio 2008
L'educazione sentimentale di Muccino
A me Muccino junior non mi sta antipatico. Mi sembra genuino, spontaneo, vitale, e molto appassionato del suo lavoro. Che è, sostanzialmente, comunicare al mondo la sua teoria dell'amore: emozioni, conflitto, rischio, passione, seduzione, etc etc. Tutto ciò che il giovane ragazzetto prova nella sua vita privata, lo racconta a chi lo intervista e lo mette nei suoi libri e film. Tutto molto nobile, per carità. «Ho un debole per la fragilità», dice teneramente Silvio.
Qual è il problema? Il punto non è il grado di sofisticatezza della muccino-teoria, la sua aderenza al mondo reale dei sentimenti (anche se, a dirla tutta, le sue esplorazioni amorose stanno alle passioni reali come Follini sta all'estremismo). Il punto è: perché noi dobbiamo stare ad ascoltare gli ingenui e appassionati vagiti di questo barbuto ragazzo, guardare la sua evoluzione personale e sessuale, i suoi esperimenti psicologici e amorosi, che magazine e tv ci propinano ad ogni momento?
Insomma, ma gli altri dieci milioni di italiani tra i venti-trent'anni che la loro educazione sentimentale se la vivono in silenzio e senza rompere le palle, non avrebbero altrettanto diritto di avere senza alcuna fatica i finanziamenti pubblici per un film che racconti le loro passioni uterine? Niente di più vero che la cinica (e ormai nota) battuta sul Muccino senior: «In America c'è meritocrazia, a differenza che da noi», dice Gabriele. «E te credo, in Italia lavora solo tuo fratello!».
Qual è il problema? Il punto non è il grado di sofisticatezza della muccino-teoria, la sua aderenza al mondo reale dei sentimenti (anche se, a dirla tutta, le sue esplorazioni amorose stanno alle passioni reali come Follini sta all'estremismo). Il punto è: perché noi dobbiamo stare ad ascoltare gli ingenui e appassionati vagiti di questo barbuto ragazzo, guardare la sua evoluzione personale e sessuale, i suoi esperimenti psicologici e amorosi, che magazine e tv ci propinano ad ogni momento?
Insomma, ma gli altri dieci milioni di italiani tra i venti-trent'anni che la loro educazione sentimentale se la vivono in silenzio e senza rompere le palle, non avrebbero altrettanto diritto di avere senza alcuna fatica i finanziamenti pubblici per un film che racconti le loro passioni uterine? Niente di più vero che la cinica (e ormai nota) battuta sul Muccino senior: «In America c'è meritocrazia, a differenza che da noi», dice Gabriele. «E te credo, in Italia lavora solo tuo fratello!».
Le passioni di Willy
Lo so, la cronaca politica e la scena pubblica è occupata da ben altri temi. Però volevo spezzare una lancia a favore di Willy Pasini, di cui ho sentito una simpatica intervista su Radio24, trasmissione della domenica pomeriggio verso le sette. Lo sapete che il nostro Willy ha fatto una carrierona internazionale, sempre in giro tra America e Svizzera? Cervello in fuga, insomma, altro che italica carriera baronale.
Nell'intervista, il noto sessuologo spiegava la sua teoria dell'infedeltà. Si è sempre fedeli quando si è innamorati: ovvero i primi due anni e mezzo della vita di coppia. Poi, saggia natura, prevale l'ossitocina, l'ormone (?) della tenerezza e dell'affetto, che permette l'allevamento della prole (e chi non ha fatto un figlio in quei due anni???). A quel punto scatta l'infedeltà, a meno che non si sappiano mettere in atto strategie di seduzione intraconiugale. Che sono quelle che certamente Willy deve aver praticato, essendo sposato da più di 40, come ha detto fiero.
Ma allora essere fedeli è un bene o no? E la fedeltà peccato? Visto che i preti non ci incantano più, si ascoltano oggi gli psico-sessuologi, veri guru dei valori. Ebbene, dice il famoso psichiatra, la fedeltà certo che è un bene, ma il tradimento si può fare a patto che, come si fa in America, si consumi a 80 miglia di distanza dalla propria città (e non, come gli italiani, in ufficio o nel condominio: sbagliatissimo, dice Pasini).
Sì al tradimento, dunque, se fatto a distanza. Certo, dopo tale dichiarazione la carriera internazionale di Willy ci appare ora in tutt'altra luce.
Cuore in fuga, insomma.
Nell'intervista, il noto sessuologo spiegava la sua teoria dell'infedeltà. Si è sempre fedeli quando si è innamorati: ovvero i primi due anni e mezzo della vita di coppia. Poi, saggia natura, prevale l'ossitocina, l'ormone (?) della tenerezza e dell'affetto, che permette l'allevamento della prole (e chi non ha fatto un figlio in quei due anni???). A quel punto scatta l'infedeltà, a meno che non si sappiano mettere in atto strategie di seduzione intraconiugale. Che sono quelle che certamente Willy deve aver praticato, essendo sposato da più di 40, come ha detto fiero.
Ma allora essere fedeli è un bene o no? E la fedeltà peccato? Visto che i preti non ci incantano più, si ascoltano oggi gli psico-sessuologi, veri guru dei valori. Ebbene, dice il famoso psichiatra, la fedeltà certo che è un bene, ma il tradimento si può fare a patto che, come si fa in America, si consumi a 80 miglia di distanza dalla propria città (e non, come gli italiani, in ufficio o nel condominio: sbagliatissimo, dice Pasini).
Sì al tradimento, dunque, se fatto a distanza. Certo, dopo tale dichiarazione la carriera internazionale di Willy ci appare ora in tutt'altra luce.
Cuore in fuga, insomma.
mercoledì 6 febbraio 2008
Dilemma
A trent'anni si può amare una tredicenne? Si chiede Anna Sandri sulla Stampa. Ma certo che si può. Ma non sono d'accordo con i timori di Ernesto Caffi, che avrebbe voluto una sentenza più dura. Io, infatti, casomai in carcere metterei la tredicenne. A quell'età si può essere maturi come ottantenni. A trentacinque, invece, infantili, disperati e senza difese: come neonati.
Italia-America
martedì 5 febbraio 2008
Ipse dixit
«Il problema non è la presenza in politica delle mogli quanto l'affollamento delle amanti».
A chi indovina chi l'ha detto, andrà un premio (tanto è facilissimo)
A chi indovina chi l'ha detto, andrà un premio (tanto è facilissimo)
domenica 3 febbraio 2008
Nichi Vendola leader del Pd
Caos Calmo. Ovvero le due V e la cultura della sinistra
Abbandono ogni sobrietà. Quella che mi era ripromessa di non perdere mai. Ma sono satura. Della politica, della crisi, di Berlusconi? No, di leggere articoli su Caos Calmo, su Moretti, sulla presunta scena di sesso tra lui e la Ferrari con cui ci hanno sfrantumato le palle con tutti i particolari, che lui si è bevuto due birre, che lei era imbarazzata: ma dico io, chi se ne frega!!!! Siete due attori, vi dovete dare due palpatine, e che sarà mai Basta!!! Evviva Rocco Siffredi e tutto il plotone di oscure pornostar che fanno i loro lavoretti senza rompere i coglioni. Ha ragione Mereghetti, Moretti è stato usato tipo esca per lanciare alla meglio il film. Ma se n'è accorto?
E soprattutto, vogliamo parlare del libro? Uno schifo, un libro che parla solo dell'autore senza dire nulla sull'anima, il corpo, la vita e la morte. Narcisismo inutile, insensato, 400 pagine di autoreferenzialità, e non nel senso rothiano del termine, sia chiaro, perchè Roth quando parla di sè parla del mondo. Ma che mi viene in mente, accostare persino i due nomi..pura eresia!
Eppure, Caos Calmo è il libro cult della sinistra italiana, e non è facile capire il perchè se si associa la V di Veronesi a quella di Veltroni.
Però almeno voi, giornalisti, commentatori, scrivetelo che è una porcata, il libro, il film, invece di stare tutti lì, nel coretto degli applausi. Aspesi e Mereghetti compresi.
Meglio Moccia, a questo punto. Almeno se la tira di meno, è più coerente. Se la cultura della sinistra è Sandro Veronesi, mi chiedo: e la sinistra senza cultura, cos'è?
Forse meglio. Anzi, sicuro.
E soprattutto, vogliamo parlare del libro? Uno schifo, un libro che parla solo dell'autore senza dire nulla sull'anima, il corpo, la vita e la morte. Narcisismo inutile, insensato, 400 pagine di autoreferenzialità, e non nel senso rothiano del termine, sia chiaro, perchè Roth quando parla di sè parla del mondo. Ma che mi viene in mente, accostare persino i due nomi..pura eresia!
Eppure, Caos Calmo è il libro cult della sinistra italiana, e non è facile capire il perchè se si associa la V di Veronesi a quella di Veltroni.
Però almeno voi, giornalisti, commentatori, scrivetelo che è una porcata, il libro, il film, invece di stare tutti lì, nel coretto degli applausi. Aspesi e Mereghetti compresi.
Meglio Moccia, a questo punto. Almeno se la tira di meno, è più coerente. Se la cultura della sinistra è Sandro Veronesi, mi chiedo: e la sinistra senza cultura, cos'è?
Forse meglio. Anzi, sicuro.
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