Existential works in progress

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mercoledì 16 luglio 2008

Tutta colpa di Federica? (una nuova pedagogia per le ragazze)



Questa la mia risposta ad un articolo della Scaraffia sul Riformista, che diceva: l'uccisione di Federica insegna che occorre una nuova educazione per le ragazze.

«Basta, ora rivoglio tutti i miei figli a casa»: così ha detto la mamma di Federica, nel momento in cui il mondo le è apparso – dopo la tragica notizia dell’assassinio di sua figlia – solo un posto di pericolo e morte. Una donna così tragicamente colpita non può che avere il desiderio, ora, di stringersi a tutti i suoi amori, tra cui i due figli, Roberta e Mattia. Passeranno dei giorni, settimane, mesi: ma poi è probabile che i due ragazzi, lentamente, riprenderanno il volo. Tornando alla loro vita fuori di casa: in un’altra città, in un altro paese. In questo progressivo e nuovo distacco, è ragionevole pensare che Mariagrazia Squarise (non è dato sapere il suo vero nome: in Italia si continua ad utilizzare per le mogli il cognome del marito) non farà differenze rispetto al sesso dei propri figli. Non penserà di far partire Mattia, per trattenere Roberta a sé, e proteggerla dal pericolo che ha corso sua sorella.
Chissà se Lucetta Scaraffia sarebbe d’accordo con questa scelta. Commentando, in un articolo sul Riformista, il caso di Federica, ha infatti sostenuto che l’educazione alla libertà – spinta agli estremi come nel caso dei giovani di oggi, che vagano indisturbati per il mondo, incapaci di assumersi le proprie responsabilità, e con esse, la consapevolezza del rischio – può produrre il paradosso di rendere le donne vulnerabili. E che, dunque, è meglio fare marcia indietro, ripensando l’educazione per le giovani: le quali dovrebbero imparare che dietro nuove e allegre conoscenze possono annidarsi violenza e ferocia.
Ma siamo sicuri che quella che ci occorre è una nuova (o vecchia?) “pedagogia del rischio”? Non sarà invece che essa contribuisce a rinforzare quell’asimmetria tra uomo e donna ancora pesante nel nostro paese? Naturalmente, non si può chiudere gli occhi di fronte alla realtà, ovvero al fatto che il rischio di violenza è maggiore per le donne. E non è difficile capire il perché, pure senza statistiche: la forza fisica, ingrediente atavico rimasto immutato nonostante l’evoluzione, è diversa. Il che significa (ci avete mai pensato?) che un uomo può soffocare una donna, mentre il contrario non è possibile. È giusto che questa verità banale, forse troppo spesso dimenticata, venga ricordata, proprio come alle donne conviene ricordarsi (specie quelle che non leggono Il Foglio), che la loro fertilità finisce a quarantacinque anni, e non con la morte, come per gli uomini.
Eppure, come dobbiamo reagire al bruto fatto della maggiore forza maschile? Che tipo di discorso pubblico e culturale ci si costruisce intorno e quale visione dei rapporti uomo-donna? Lasciamo stare l’area cattolica, dove imperversa ancora l’immagine della donna angelicata (commentando i fatti di piazza Navona, l’Avvenire ha detto che le parole pronunciate dalla Guzzanti sono tanto più gravi in quanto dette da una donna: e perché mai? Un insulto cambia a seconda del sesso?).
Ma al di là dei moderati, a noi ragazze piacerebbe sapere cosa pensino, in merito, i democratici. Ci credono ancora nelle battaglie per l’emancipazione femminile, che non consistono certo in stanchi cori sull’utero mio, quanto nella convinzione che ci sarà presto un mondo nel quale uomini e donne saranno veramente uguali, liberi di viaggiare, ridere, conoscere senza paura? E allora perché, un piccolo esempio, la neonata scuola politica del Pd che si svolge i primi settembre, con una trentina tra esperti ed esponenti del governo ombra non prevede neanche un docente di sesso femminile (un istinto di protezione)?
Si potrebbe forse suggerire all’opposizione di fare sua la proposta di una novella educazione per le bambine – bon ton, poche parole, prudenza e virtù. In fondo, è molto più semplice invitare le ragazze a non uscire, che fare leggi e politiche sulla prevenzione (e punizione) della violenza sulle donne. Anzi, a questo punto la tecnica potrebbe interessare persino la maggioranza: perché Berlusconi, invece che risolvere il problema della spazzatura a Napoli, non dice ai napoletani: “Restate a casa. E chiudete bene le finestre”? Più facile di così.

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