Queste comunque le conseguenze (a Milano) della voglia di "ripensare l'aborto per dare maggiore consapevolezza alla donna e per darle più tutele":
«Nuovi limiti all'aborto terapeutico, vietato dopo la 21esima settimana (o, tutt'al più, dalla 22esima e 3 giorni). Non solo: l'interruzione di gravidanza per motivi di salute della donna vincolata al via libera di un'équipe di specialisti (tra cui, eventualmente, anche uno psichiatra). E il divieto dell'aborto selettivo in una gravidanza gemellare in assenza di reali problemi fisici o psichici della paziente».
Nuovo paternalismo. E come pensate si possa decidere se una donna è pronta o meno ad avere un figlio in poche ore? Tramite un colloquio o un test psicologico? Mi vengono i brividi.
venerdì 4 gennaio 2008
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